Regolamento
della
Piccola Opera del Divino Amore

Piccola Opera del Divino Amore
Regolamento

Introduzione
Apriamo la stesura di questo Regolamento con un breve scritto della no- stra Fondatrice, Enrichetta Bianchi, quale espressione accorata del suo cuore e che per noi ha valore di
testamento spirituale:
«Viva Gesù + Ave Maria»
Carissime Piccole mie di Gesù e Maria. Sono tanto stanca e sfinita, non
so cosa Gesù vorrà;
in tutto e sempre la Divina Volontà!!!
Vi prego, Piccole mie, state tanto buone, amatevi tanto tanto, come sape- te che desidero. Cercate corrispondere alla Grazia, usare carità sempre e con tutti, vivere la vostra vita di piccoli Serafini, alla presenza di Dio.
Amate tanto la dolcissima Mamma Celeste. State serene, Gesù è con voi e vi aiuterà in tutto per seguire la sua Volontà!
Vi abbraccio, vi benedice la vostra Piccola Mamma che tanto vi ama! E dal cielo, come spero per la misericordia e grande amore a Gesù, vi sarò sempre vicina.
La vostra Piccola Mamma!” Trento – 6-3-1975

Dal Decreto “Perfectae caritatis”
“Il santo Concilio ha mostrato già in precedenza nella Costituzione <Lu- men gentium> che il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici trae origine dalla dottrina e dagli esempi del divin Ma- estro ed appare come un segno eccellente del Regno dei cieli (Perfectae caritatis I)”
“I membri di qualsiasi istituto religioso ricordino anzitutto di aver risposto alla divina chiamata con la professione dei consigli evangelici, in modo che essi morti al peccato (cfr. Rom 6,11), e rinunziando anche al mondo, vivano per Dio solo.
Tutta la loro vita, infatti, è stata posta al suo servizio; ciò costituisce una speciale consacrazione che ha le sue profonde radici nella consacrazio- ne battesimale e l’esprime con maggior pienezza”
(Perfectae caritatis 5)

1. Spiritualità della Piccola Opera del Divino Amore
1) L’istituzione è opera essenzialmente contemplativa. Lo spirito che la deve animare è quello della Casa di Nazareth; preghiera, lavoro, cari- tà. La preghiera sia espressa possibilmente con il canto.
2) La lode del “Sanctus”, come si addice a piccoli serafini adoratori, sia- sovente cantata o recitata e soprattutto vissuta nell’intimità dell’anima.
3) Si tengano presenti quattro virtù fondamentali, raccomandate dalla Piccola Mamma: semplicità, rettitudine, umiltà e carità, che assicura- no la solidità dell’edificio spirituale della vita interiore.
4) Altre virtù che devono fiorire nella nostra Opera sono: il silenzio, la mortificazione, il richiamo costante alla presenza di Dio.
5) La nostra vita è offerta in preghiera e oblazione per la Chiesa, e in particolare per i Sacerdoti.
6) Maria Santissima è nostro modello di vita interiore, di umiltà e di carità.

2. La Nostra Preghiera
1) Nell’ambito della giornata si svolgono abitualmente i seguenti momen- ti di preghiera…
– Liturgia delle ore, Lodi, ora Media, Vespri, Compieta. (Quando saremo
di più si faccia tutto l’ufficio)
– Preghiere del mattino e della sera,
– Santa Messa ed altre eventuali celebrazioni liturgiche e devozionali dettate dal giorno
Adorazione (personale o comunitaria)
Santo Rosario, e in quaresima il “pio esercizio” della Via Crucis. Lettura e meditazione della Parola di Dio.
– Meditazione in riferimento alla nostra spiritualità contemplativa del Carmelo, su libri adatti allo scopo.
– Lettura spirituale sulla Patristica, su biografie e scritti di Santi, sui do- cumenti della Chiesa e dei Papi.
Giorno mensile di ritiro e annualmente gli Esercizi spirituali.
2) Il sacramento della Confessione sia celebrato almeno ogni quindici giorni.
Salva la libertà di ciascuno nella scelta del confessore, è cosa opportuna che il confessore sia stabile.
Per quanto possibile ci si unisce poi alla preghiera dei vari “gruppi” che si incontrano nella nostra cappella.

3. Feste e ricorrenze
della Piccola Opera del Divino Amore
Oltre e insieme alla Chiesa universale e Locale celebriamo con particola- re devozione le seguenti festività:
1) Pentecoste: festa principale, patronale dell’Opera. Tale solennità sia preceduta dalla novena.
2) La santa Famiglia di Nazareth, nella domenica dopo Natale, perché anche lo spirito che anima l’Opera è quello della Santa Casa.
3) L’8 dicembre: Immacolata Concezione, perchè giorno delle Nozze mi- stiche della Piccola Mamma.
4) Il 9 gennaio: in ricordo del matrimonio mistico della Piccola Mamma e conseguente dono delle stimmate nascoste.
5) 22 febbraio: in ricordo della consegna del nome dell’Opera: “Piccola Opera del Divino Amore”.
6) 19 marzo: san Giuseppe, quale patrono della nostra casa, che vuole essere modellata su quella di Nazareth.
7) 27 novembre nella ricorrenza dell’Immacolata della Medaglia Miraco- losa o medaglia di Maria, in ricordo del mandato che la Piccola Mam- ma ha avuto di farla conoscere e di diffonderla.

4. IMPEGNI SPIRITUALI
1) Il nostro atteggiamento deve essere sempre di pace e serenità. “Gesù ci vuole sempre col volto sorridente”, perché “il nostro lavoro è dello Spi- rito Santo, di pace e di soavità” “Tutte le cose che portano turbamento e agitazione vengono dal demonio. Dio dà solo la pace”.
(Piccola Mamma 1962)
2) Nel contesto della spiritualità dell’Opera, a lode di Dio e bene delle anime, vengono accoratamente suggerite, oltre al canto del Sanctus, due brevissime preghiere, con fine apostolico:
– «Gesù Maria vi amiamo, salvate anime».
– «O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo Voi».
3) Il nostro saluto è poi questo: “Sia lodato Gesù e Maria – oggi e sempre”
Lo spirito di oblazione sia vissuto costantemente, ma senza alcuna, ren- dendo sempre grazie al Signore e in abbandono sereno alla Sua volontà:
«Piccole mie, la furbità dei Santi consiste nel cercare sempre la parte dove si soffre di più … l’amore non si paga che con l’amore. solo così possiamo ripagare il Signore. Se non c’è l’amore nulla vale». (Piccola Mamma 1962).
Sacramenti – Confessione
I membri dell’Opera si accostino al Sacramento della Confessione alme- no ogni quindici giorni.
Sarà bene avere un confessore stabile tuttavia è lasciata la massima libertà di scelta e di cambiamento.

5. Stile di vita
Le norme attinenti a questo punto si trovano al n° 23 dello Statuto
– L’uso discreto del telefono e della corrispondenza
– La corrispondenza con i benefattori e gli amici sia mossa da motivo di carità o di necessità.
il parlatorio sia il luogo per la carità dell’ascolto e della condivisione spiri- tuale. -Si osservi il silenzio dopo la Compieta.

6. Attività lavorative
Oltre quanto espresso negli articoli 18 e 19 dello Statuto, si specifica che
tali attività:
– Vengono realizzate nel tempo, secondo le possibilità e il numero dei Membri che compongono la Piccola Opera del Divino Amore,
– diano priorità ai bisogni essenziali in favore della Chiesa e dei suoi Mi- nistri.
– siano esercitati in clima di raccoglimento e carità, come conviene al
nostro spirito di piccoli serafini adoratori.

7. I Voti privati di – Povertà – Castità – Obbedienza
Dal decreto “perfectae caritatis”:- “Tutti coloro chiamati da Dio alla pratica dei consigli evangelici, ne fanno fedelmente professione, si consacrano in modo speciale al Signore, seguendo Cristo che, casto e povero (cfr. Mt 8,20 – Lc 9,18), redense e santificò gli uomini con la sua obbedienza, spinta fino alla morte di croce (cfr. Fil 2,8).
1. I membri della Piccola Opera del Divino Amore emettono voti privati di obbedienza, povertà e castità secondo quanto stabilito dallo Statuto art. 6
2. Per essere fedeli alla consacrazione a Dio mediante i voti privati, i Membri dell’Opera abbiano una tenera devozione a Maria Santissima, imitandone la vita, a san Giuseppe, all’Angelo Custode, a san Giovan- ni Evangelista e a santa Teresa del Bambino Gesù.
3. La formula della Professione e la rinnovazione dei voti è la seguente: “Santissima Trinità, io tua piccola serva, N.N…
Umilmente prostrata, pienamente libera del mio atto, faccio in onore della beatissima Vergine del Monte Carmelo e del Cuore Immacolato di Maria, del suo sposo san Giuseppe e dei nostri santi Patroni, i voti di obbedienza, castità e povertà e la promessa di voler essere un piccolo serafino, come è possibile ad una creatura.
Amarti, o Gesù e farti a mare” (Piccola Mamma, settembre 1962)
4. La professione dei Voti si farà e si rinnoverà nel giorno di Pentecoste, nostra festa principale e in occasione degli Esercizi Spirituali,

Obbedienza
1. Il voto di obbedienza i Membri si impegnano ad essere sottomessi in spirito di fede alla Sorella Maggiore e alla legittima sostituta.
2 Accolgono con umile disponibilità quanto espresso nello Statuto e nel presente Regolamento.
3. I Membri vivano in spirito di sottomissione e docilità, si sevano e si rispettano l’un l’altro, sapendo che questo è il modo più sicuro per arri- vare alla santità e di godere la vera liberà di spirito e una grande pace interiore.
4 Nell’obbedienza i Membri dell’opera vedano la Volontà di Dio e vi
Castità
1. La castità abbracciata per il regno dei cieli è dono tutto speciale del Padre che rende libero il cuore per accenderlo di vero amore per Dio e per i fratelli.
2. I membri si obbligano a vivere la castità di mente, di cuore e di corpo evitando ogni cosa interna o esterna contrarie alla virtù della purezza.
3. Con la verginità consacrata si vive la donazione totale a Cristo in umile risposta al suo Divino amore per l’umanità.
4. Con il voto di castità i Membri comprendano di essere consacrati quali
spose dell’Agnello immacolato e figlie predilette di Maria Santissima.
5. Consapevoli della fragilità umana, i membri praticano la mortificazione e la custodia dei sensi e si impegnano in una vita caratterizzata da un autentico amore fraterno.

Povertà
1. Col il voto di povertà siamo chiamati a seguire Cristo che si è fatto povero ed ha proclamato “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5,3).
2. Con il voto di povertà si rinuncia al diritto di disporre ogni oggetto
3. Senza permesso di chi dirige l’Opera non è permesso appropriarsi delle cose della casa e di usarle per fini diversi da quelli stabiliti; non si chieda agli esterni cose per uso personale.
4. Senza permesso della Sorella Maggiore, nessuno tenga con sè dena- ro: pensioni, offerte dei familiari o esterni
5. Riguardo al vitto, vestiario, suppellettili e necessità personali vi sia un trattamento uguale per tutte, tuttavia la comunità tenga conto della salute, del lavoro di ciascuno dei Membri e valuti con carità particolari esigenze personali.
6. la casa sia curata come dono della Provvidenza a servizio della comu- nità e di quanti vi accedono per l’incontro con il Signore; per questo sia bella, decorosa ma senza ricercatezze, vi sia quanto necessario per il fine dell’Opera.

8. Inferme e defunte
1. I membri ammalati dell’Opera siano curate con tutto l’amore possibile, sia nella Casa che negli eventuali luoghi di cura. In caso di ricovero ospedaliero o di visite specialistiche la Responsabile provvedera affin- ché siano accompagnati da uno dei Membri dell’Opera.
2. Si provveda affinché Membri inermi siano assistiti spiritualmente e
possano ricevere i Sacramenti.
3. Alla morte venga celebrato il rito funebre con la s. Messa esequiale.
4. Ogni giorno vengano ricordati i Membri defunti nella preghiera comu- nitaria e nella s. Messa. In particolare si faccia celebrare una s. Messa di suffragio annuale possibilmente il giorno 2 novembre e nel giorno anniversario di ogni defunto. (oppure: si faccia celebrare tre s. Messe annuali in suffragio dei membri defunti.

9. Accettazione e ammissione di Membri
1. Nella Piccola Opera del Divino Amore si accettano persone che hanno desiderio di vivere la spiritualità indicata dalla Piccola Mamma e ego- lata dallo Statuto e nel presente Regolamento.
2. L’aspirante non avrà più di cinquant’anni, salvo eccezioni valutate dal- la Sorella Maggiore sentito dal suo Consiglio.
3. Non si rifiuti nessuna perché priva di mezzi, basta che abbia buono
spirito e vocazione vera.

4. Per essere accolta la persona deve presentare domanda autografa alla Sorella Maggiore accompagnata da una lettera di presentazione del proprio parroco.
5. Durante il periodo di prova se l’aspirante deve assentarsi dalla casa per un periodo prolungato a causa di malattia propria o di famigliari, prima della sua riammissione, la Sorella Maggiore, sentirà il parere del suo Consiglio ed agirà di conseguenza.
6. Accolta la domanda di accettazione da parte della Sorella Maggiore, il candidato viene ammesso al periodo di prova della durata di almeno un anno, da farsi nella Casa dell’Opera e non fuori.
Durante questo tempo gli incontri specifici di formazione curati dalla
Sorella Maggiore o da una delegata.
7. Terminato il periodo di prova, l’aspirante farà domanda alla Sorella Maggiore di essere ammessa all’Opera. Spetta la Sorella Maggiore, sentito il suo Consiglio, ammettere la richiedente ai voti privati da rin- novarsi per tre anni.
8. Durante i tre anni continuerà il tempo della formazione all spirito dell’Opera; al termine del triennio l’interessata farà domanda scritta alla Sorella Maggiore di essere ammessa come Membro definitivo dell’Opera. Per l’ammissione definitiva, la sorella Maggiore deve chie- dere il parere al suo Consiglio espresso con voto segreto.
9. In casa si tenga un verbale sul cammino di formazione la Professione della 12.

10. Uscita spontanea e dimissione dei membri.
1. I Membri dell’Opera, durante il periodo preparatorio e i primi tre anni di voti annuali, alla scadenza degli stessi possono liberamente lasciare spontaneamente la Casa o essere dimessi.
2. Con o la dimissione vengono meno tutti i diritti doveri acquisiti con l’appartenenza all’Opera.
3. Il membro uscito o dimesso, provveda quanto prima al cambio di re- sidenza anagrafica; da parte dell’Opera si provveda con carità all’ac- compagnamento e ad eventuale sostegno economico per permettere l’inserimento nel nuovo ambiente.

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